Settore Moda: Evoluzione fino al 2030

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Riprendiamo l’analisi di come evolverà la moda mondiale da qui al 2030, secondo direttrici di riduzione dell’impatto dei processi produttivi e della produzione sull’ambiente, sia in termini di riduzione dell’inquinamento che di utilizzo di risorse rinnovabili. Nel precedente articolo abbiamo iniziato guardando al cambiamento della natura degli abiti e degli accessori che riempiranno i nostri guardaroba. Rimangono ancora alcuni aspetti da considerare che di seguito vado ad illustrarvi.

Il nostro armadio assisterà ad una rivisitazione o aggiustamento degli abiti, eventualmente rovinati ma comunque, con i dovuti ritocchi o interventi, utilizzabili. Si cercherà di non buttare i capi, se non quelli irrimediabilmente lisi o distrutti; si svilupperà una cultura del recupero che vedrà impegnate anche organizzazioni specifiche che svolgano attività di educazione e di insegnamento in tal senso. Certamente è più facile cercare di mantenere in vita capi sportivi, che subiscono l’influenza delle tendenze in ragione inferiore rispetto all’abbigliamento di brand famosi che, al contrario, portano con se le ragioni delle tendenze del momento. In pratica deve essere sostituito il modello produttivo utilizzato sino ad ora, quello lineare, con quello circolare. E’ necessario abbandonare un sistema che necessita di grandi, ingenti quantità di risorse ed energia, nella considerazione generale che esse siano in una disponibilità pressoché infinita. Già oggi, però, si è compreso che le risorse che abbiamo devono essere il più possibile preservate ed utilizzate con il giusto rispetto per qualcosa che ci è offerto dall’universo in cui viviamo. Ed allora occorre che il modello produttivo da lineare diventi circolare, in modo da creare una economia pianificata per riutilizzare i materiali in successive lavorazioni o produzioni. Il risultato di un sistema economico circolare è quello di garantire una vita più lunga ai prodotti (vengono ideati e realizzati in modo da essere più durevoli), di risparmiare nel consumo di risorse, di ridurre l’inquinamento ambientale. Va da se che la fase di ideazione degli abiti diventa rilevante nella prospettiva di dar vita ad una economia circolare. Infatti, ad esempio, se un capo è realizzato con tessuti monofibra sarà molto agevole disassemblarlo al contrario di un abito che utilizza più tessuti.

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Infine, un accenno ad abiti che saranno solo virtualmente nel nostro armadio, virtuali appunto: fatti per un proprio outfit virtuale. Si tratta di scegliere dei capi su un qualsiasi sito e inviare alla piattaforma una propria immagine. Arriverà via email l’ensamble modellato sulla vostra figura, da postare immediatamente sui social. E’ una realtà impalpabile quella che si genererà, fatta di tempi ristrettissimi e, a mio avviso, disruptive della realtà se non si troverà un giusto equilibrio tra il mondo dei desideri, della condivisione, della popolarità e quello della moda indossata, toccata, forse meno democratica.

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